martedì 9 giugno 2009

La piramide della conoscenza: riflessioni su dati, fatti, informazioni, conoscenza.

Dati, informazione e conoscenza: tre termini chiave in quanto costituiscono i tre elementi componenti di una vera e propria Piramide della conoscenza.
Alla base della piramide troviamo il "dato" , elemento base, descrizione elementare di un evento potenzialmente d'interesse.
Le informazioni -o esperienze esplicite- sono di norma dati aggregati o trattati ai quali viene attribuito particolare valore.
A partire dallo stesso dato si possono trarre dunque informazioni diverse, quindi risulta fondamentale la corretta codifica di un’ informazione.
La conoscenza è la consapevolezza e la comprensione dei fatti, verità o informazioni ottenuti
attraverso l’esperienza o l’apprendimento: rappresenta l’autocoscienza del possesso delle
informazioni connesse tra loro.
L’aspetto sostanziale della conoscenza è che mentre l’informazione può esistere indipendentemente da chi la può utilizzare, e quindi può in qualche modo essere preservata su un qualche tipo di supporto (cartaceo, informatico, ecc…), la conoscenza esiste solo in quanto esiste una mente in grado di contenerla.
Risulta quindi chiaro che il ruolo del comunicatore non è altro che quello di procurarsi i dati dai quali trarre informazioni quanto più possibile oggettive e quindi avere la giusta conoscenza.
Senza informazione libera non c'è trasparenza in quanto non c è possibilità di risalire alle fonti e soprattutto di poter sventare un'informazione falsa. Ciò che i nuovi mezzi di comunicazione
offrono, in particolar modo Internet, è proprio la possibilità di ricercare nuovi orizzonti di conoscenza.
E mentre Internet cresce a vista d’occhio, il web 2.0 diventa termine di uso comune, i blogs attivi sono decine di milioni, lo UGC (user-generated content) viene adottato da agenzie pubblicitarie, cresce una sempre più evidente e paradossale scollatura fra l’immagine aziendale, il brand “luccicante” venduto sui media e nelle interviste, e la realtà incontrata da chi con la tua azienda ci deve interagire, anche solo per chiedere un rimborso, o una sostituzione. Spesso questa distanza supera di gran lunga l’immaginazione più creativa.
Tutta la strategia di comunicazione verte sul creare una facciata luccicante dove l' azienda è immodestamente sempre la migliore. Ma nella realtà fisica la “facciata”, il famoso brand, creato con tanto dispendio di energie e denari, comincia a vacillare:
  • i consumatori non sono più un’audience passiva scoprono i difetti di un prodotto ancora prima dell' azienda madre;
  • da consumatori ad agenti di marketing: sono loro che fanno scelte sempre più frequentemente guidate da interessi ecologici, sociali e comunitari, piuttosto che da desideri mirati esclusivamente a soddisfare il proprio piacere. In breve sono loro
    che dettano le mode e che determinano il successo di un prodotto;
  • i media vengono dal basso: blogs, wikis, feed RSS, strumenti di podcasting, web radio ed il live video streaming… possono fare tutto quello che fanno i grandi
    network, senza i costi ed i condizionamenti che gli stessi inevitabilmente comportavano.

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