venerdì 5 giugno 2009

Connessioni tra le tecnologie e la mente umana


La diffusione delle tecnologie digitali (fine XX secolo) ha determinato importanti cambiamenti in tutti i campi e settori di attività con implicazioni sociali, culturali, politiche ed economiche. Le trasformazioni introdotte con i nuovi strumenti hanno avviato una rivoluzione che è innanzitutto cognitiva, modificando fortemente il nostro approccio alla conoscenza, attraverso nuovi supporti, nuovi prodotti, nuovi dispositivi di memoria e di gestione delle informazioni.
Derrick de Kerckhove, erede intellettuale di McLuhan, è tra i principali studiosi che hanno approfondito l’argomento delle connessioni tra le tecnologie e la mente umana, investigando le implicazioni determinate dall’uso degli strumenti tecnologici sullo sviluppo della psiche e sulla definizione di nuovi modelli mentali, in un approccio che considera i mezzi di comunicazione “come tecnologie che, investendo il linguaggio e il modo in cui lo utilizziamo, coinvolgono anche le nostre strategie di elaborazione delle informazioni” .
Derrick de Kerckhove sottolinea, dunque, che così come la scrittura non costituisce solo una capacità manuale, ma rappresenta soprattutto la possibilità di classificare e ordinare il pensiero, allo stesso modo l' utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione ha un'immediata ripercussione sulla nostra capacità di sviluppare nuove strutture e modelli mentali.
Il computer e i software si configurano come potenti alleati della mente umana, in grado di estendere notevolmente le nostre abituali capacità cognitive.
Caratteristica del software è la capacità di immagazzinare una quantità pressoché infinita di dati, oltre che di elaborarli ed eseguire su di essi calcoli e analisi sofisticate, invece la mente umana è dotata di creatività, di intuizione, interpretazione soggettiva e reazione agli imprevisti, dunque procede per concetti e non per calcoli.

Tuttavia oggi sono in molti a dimostrarsi scettici nei confronti della cosiddetta “Intelligenza Artificiale” , temendo un impoverimento dell’immagine dell’uomo e dei suoi valori, una sua impotenza di fronte alle sfide della vita. Questo storico dibattito dimostra come, in realtà, troppo spesso gli esseri umani finiscono per diventare vittima delle loro stesse creazioni, cercando di sfidare fino ai limiti del possibile la natura: non bisogna chiedere alla tecnologia di annullare la mente umana, bensì di rappresentare per essa un valido aiuto.

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